Luoghi comuni... insoliti

SFATIAMO UN LUOGO COMUNE: LA COSTOLA DI ADAMO

La genesi biblica va calata nel suo contesto storico, quindi è un mito e il suo linguaggio simbolico, dunque il fatto che la donna sia stata creata dalla costola di Adamo non ha niente a che vedere con un parto clinico e scientifico. Come Adamo ed Eva, anche la costola è una figura simbolica. La parola originale semitica che viene tradotta come "costola" in realtà è s.ela‘ che significa il fianco, cioè il lato opposto, l'altro verso e di fatto l'uomo è una dimensione mentre la donna è l'opposto senza bisogno di opporci o contrapporci e peggio ancora di escluderci nella lotta per chi è meglio o superiore all'altro. In poche parola Dio (che è maschio e femmina) creò una creatura simile a lui/lei, uomo e donna. La donna è il Yin e l'uomo il Yang, per cui è un problema di traduzione e di spiegazione. La donna non è stata partorita dall'uomo, non è nata per essere sotto il suo braccio o costola, quindi niente di sottomissione (questa sarebbe un interpretazione maschilista a suo uso e consumo nonchè vantaggio), ma è tratta dal suo LATO OPPOSTO, è il verso contrario, l'altro senso, la dimensione di alterità, lei è il femmineo rispetto al maschile; ecco questo è il senso di quel brano biblico. Tra l'altro, volendo scendere nei particolari, il brano non dice che Dio creò l'uomo bensì l'Umanità (Ish) e lo trasse dalla terra (Isha), sarebbe Adamo venne da Adama. Se invece interpretiamo (non traduciamo) Adamo ed Eva come le dimensioni psicologiche Junghiane del maschile e del femminile in ognuno di noi (anima ed animus) il tutto acquista una ricchezza di sfumature di una ricchezza di significati unici e meravigliosi: la costola mancante è quel vuoto che sentiamo quando ci manca l'amore, l'altro è il senso mancante, il nostro IO sconosciuto, l'ombra non ancora data alla luce.


LA MANIPOLAZIONE DI UN DIO OFFESO
Da secoli abbiamo subito una terribile deformazione psicologica attraverso un interpretazione infantile del senso di colpa da parte di una religiosità opprimente e dominante. Analizziamo un attimo dove sta nascosta la mina in questo campo del pensiero: Dio è offeso perchè hai peccato, se fosse davvero il Dio amore (il Dio Padre o Madre) non dovrebbe essere offeso ma al limite triste o preoccupato per te, non offeso per se stesso (quini è anche un Dio egoista). Chi si offende è perchè ritiene che tu sei sua proprietà e sei in sua funzione, quindi sei manipolato. Lui esige (che brutta parola) riparazione e sacrificio, quindi devi pagare un debito, ma per cosa? perchè lui si addolcisca, si calmi, gli passi l'ira, quindi  è un Dio infantile, perchè rancoroso, è come certi che si adirano e non ti rivolgono più la parola (in alcuni catechismi è scritto che perdi la sua amicizia), ti devono far pesare il tuo errore, ma ti pare che questo sia un comportamento di una persona matura? a maggior ragione ancora di un Dio che si chiama Amore? Ma non è finita qui: lui una volta che gli è passata la stizza ti ridà la sua grazia. Ma se la grazia è l'amore, questo amore è un ricatto spietato: o fai così o non ti amo!. L'amore è un dono non è un prestito nè una cambiale nè un ipoteca morale o comportamentale, questa rilettura biblica ed evangelica è fuorviante, a dir poco assurda. L'amore SALVA più che SALDA debiti o peccati. In questa visione terrificante, ha preso forma e vita il cosiddetto peccato originale di cui noi patiamo una delle più atroci malattie psicologiche: il senso di colpa. 


IL PASTORE VIVE DALLE PECORE PROPRIO COME IL LUPO, QUINDI?
- Prima Parte -
L'immagine di Gesù come il Buon Pastore è molto fuorviante e pericolosa. Ma direte che io sbaglio perchè fu lo stesso Gesù nel vangelo a dire: "Io sono il buon pastore" (Gv 10,11). Sì è vero lui usa quell'immagine molto biblica, ma ... c'è un però! Il pastore perchè difendere le pecore dal lupo? perchè teme di perdere la pecora ma a scannare, mungere e macellare la pecora poi è sempre il pastore. La pecora invece è sempre vittima sia dal pastore che dal lupo, cosa cambia allora? Il vecchio sistema ebraico del gregge è politico e sociale sotto le parvenze di religiosità, è uno dei più antichi sistemi di dominio e manipolazione sociale persino finanziario e bancario. Vediamo in dettaglio: Chi ti tratta da gregge si mette subito al di sopra di te e la prima cosa che tu devi perdere è l'identità, sei in una mandria, omologato, come il popolo, quindi il capo o pastore o governatore decide per tutti allo stesso modo, qui la legge prevale per tutti (l'uomo è fatto per la legge e non la legge per l'uomo), o rientrate nelle norme o siete tagliati fuori. Gesù si impone contro questo sistema, lui dice che si va a cercare la pecorella smarrita, si va a vedere il caso particolare, non si adatta la legge per tutti ugualmente ma ognuno secondo il proprio bisogno o capacità.  La legge non è uguale per tutti, questa è una bugia di coloro che non sono uguali a noi: i pastori, i politici, i ricchi governanti, loro la legge non la seguono ma la barano e la cambiano a piacimento. Adesso sorge un altro problema: quando nel gregge ci sono più pastori? come si fa? Se con 2 galli nel pollaio non si fa mai giorno, con tanti governanti come si spartiscono il gregge? 


CI SONO PIÙ PASTORI CHE PECORE
- Seconda parte-
Il nostro mondo oggi è malato perchè è pieno di dottori: oggi sono tutti colti in tutto ma a dir il vero per vivere questi dottori devono creare malati, ignoranti, gente che lavori per loro, uffici pieni di dottori in settori più impensabili che chiedono corsi, fanno multe, dettano regole, un sistema di fannulloni che scannano le pecore. Dottori che hanno letto su un libro come fare un formaggio ma impongono un corso al contadino che è nato nella ricotta di come fare il formaggio e questo contadino paga il corso ed è abilitato a far il formaggio... ecco i dottori, i pastori che continuano a scannare le pecore con il pretesto di difenderle dai lupi, ma quali lupi? Sono tutti Lupi travestiti di pastori ormai e siccome esistono tanti governanti, si spartiscono i recinti che noi chiamiamo nazioni: chi è nato nel recinto francese, chi nel recinto australiano, chi nel recinto americano e così via... quando tu nasci, come un agnello, questo non appartiene alla pecora ma al pastore, se tu nasci credi di appartenere alla tua famiglia, ma è falso, tu appartieni allo Stato. Iscritto all'anagrafe o battezzato, numerato con tanto di codice fiscale, sei un patrimonio di una Patria che ti lava il cervello da piccolo: l'inno nazionale, i colori della bandiera, le squadre di calcio della tua città, la tua lingua, ecc... tutto ti impregna al punto in cui tu vedi soltanto di buon gusto la tua razza, come le pecore si riconoscono dall'odore e una pecora di un altro gregge viene mandata via, puzza. Anche Gesù andò contro questo razzismo ebraico e disse: "Ho altre pecore che non sono di quest'ovile e anche quelle devo condurre", questa apertura ad altre nazioni e religioni rendeva Gesù odioso agli occhi degli ebrei. Ma continuiamo con il gregge nazionale: Lo Stato vede in ogni pecora un potenziale di reddito, mano d'opera, forza militare, deve essere sicuro che questo gregge non scappi quindi lo chiude in un recinto, una stalla (nazione, inno, bandiera, ideali, indottrinamento che lo faccia sentire orgoglioso del suo popolo, della sua lingua, della sua terra) ma questo non basta, perchè se una pecora va fuori il recinto e conosci altri paesi, se ne rende conto che ci sono altri posti belli, altre lingue belle, altri cibi gustosi, altre pecore belle. Cosa fare allora? le catene: le tasse, i debiti. Infatti già nell'antico testamento quando nasceva un figlio questo veniva preso dal Tempio (attenzione il tempio non era la Chiesa, allora non esisteva, era il Demanio, lo Stato, il Potere) e la famiglia per riscattarlo doveva pagare una tassa. A livello religioso uguale: siamo schiavi di un peccato (non commesso) e per riscattarci  o salvarci dobbiamo pagare i decimi o le offerte. Un bimbo oggi nasce è già deve allo Stato una cifra enorme senza aver fatto nulla. Se siamo nati in debito è ovvio che abbiamo bisogno di prestiti per poter pagarlo vero? E chi ci fa il prestito? Lo Stato che come un genitore dovrebbe gestire il patrimonio della famiglia che è sua invece no: lui ne diventa il possessore assoluto e agli stessi membri della famiglia dà in prestito quello che è nostro in comune, il prestito viene chiamato "INTERESSI" sotto forma di riconoscimento per il bene e il favore che ci fanno, dicono di servire noi quando in verità siamo noi a servire loro. Ma si può chiedere interessi ad uno della propria famiglia? Ecco vediamo cosa dice la Bibbia già da secoli e come ci hanno tradito dai secoli dei secoli.... Amen 


LE PECORE SON TUTTE UGUALI, I PASTORI SON TUTTI DIVERSI
-Terza parte-
Un buon pastore conosce una ad una le sue pecore, per uno estraneo le pecore son tutte uguali, ne parlavamo già dei diritti uguali per tutti ma non in modo uguale, che in pratica non esistono, chi ci governa pensa solo a se stesso per cui il gregge è omologato ed impersonale. Gesù intendeva un Pastore che allevasse le pecore non per scannarle ma per renderle libere, un idea a dir poco assurda visto che il pastore vive della lana il latte e la carne delle pecore, vero? Infatti, Gesù che fine ha fatto? Lui dice che il pastore non deve fare il lupo che scanna le pecore e se le mangia, ma dà la vita per le pecore, infatti è diventato un agnello sacrificale per tutti noi. Politici, governati, capi religiosi questo non lo fanno: mandano noi in battaglia ma loro non scendono mai in campo, sono i nostri figli che prendono le armi, i figli loro vengono protetti nelle fortezze. Non siamo governati in base alla fratellanza dove la legge è l'amore, ma in base al dittatore dove la legge è "vince il più forte". Gesù anche in questa prospettiva andò contro la mentalità politica ebraica che concepiva il prossimo in un altro senso che a noi oggi è sfuggito e già nell'antico testamento si spiega dove nasce il conflitto di interessi tra le nazioni: Nel Deuteronomio 23,20 si legge "Non farai al tuo prossimo prestiti a interesse, né di denaro, né di viveri, né di qualunque cosa che si presta a interesse. Allo straniero potrai prestare a interesse, ma non al tuo fratello", in altre parole il prossimo non era inteso in senso umanitario o spirituale (siamo tutti fratelli in quanto umani) ma in senso FINANZIARIO. Dunque il sistema del credito e debito bancario che oggi opprime schiavizza e distrugge il mondo è già impostato nel Demanio o Tempio del popolo ebraico. I nostri politici non sono nostri familiari, non ci considerano come il prossimo, ci sfruttano e basta, siamo gregge da macello. Poi per far sì che i recinti non si possano alleare contro i governatori, o le pecore contro i pastori (come ce lo insegnano tante fiabe o film, ricordate per esempio Galline in Fuga), i pastori ci mettono gli uni contro gli altri: il razzismo è un arma potente che fa comodo ai governanti ed anche l'attaccamento cieco all'unica e vera religione è l'altra arma di appartenenza e dominio che tiene i recinti separati gli uni contro gli altri. A tutti ci hanno detto di essere nati nel recinto giusto e in quello più bello: Se tu fossi nato a Tokyo e non a Roma il tuo Dio sarebbe un altro e anche la tua lingua e scoprirai che tu romano cristiano sei stato indottrinato come migliore di quel giapponese budista, alla fine noi pecore ci scanniamo nel nome del pastore e siamo disposti per amore di quel pastore (patriottismo) di scannare altre pecore e dare la nostra vita per difendere la nostra stalla. Niente di più assurdo di questo sistema, dove non c'è fratellanza, nè umanità, ma soltanto egoismo megalomane di pochissimi pastori o governanti. Se tutte le religioni predicano la pace perchè non vanno d'accordo tra di loro? Se tutti i pastori hanno pascoli sufficienti per il loro gregge, perchè muoiono di fame le loro pecore rincorrendo i recinti del vicino? 


LA RICCA IDEOLOGIA DELLA POVERTÀ E GLI ORGOGLIOSI UMILI
Famoso il discorso del Monte dove Gesù elenca le beatitudini. La prima è già disarmante: "Beati i poveri in Spirito, perchè di loro è il Regno dei Cieli" (Mt 5,1-3). Ben sapiamo che la povertà è un male, porta alla miseria, all'indigenza, anche alla violenza. Nessun Padre o Madre buoni vorrebbe vedere i figlioli morti di fame, quindi tanto meno il Padre celeste vero?... Se la povertà è un male lo è anche la ricchezza, come tutti gli estremi, indicano degradazione ed ingiustizia. Avere però fatto della povertà materiale uno spirito di vita è davvero una piaga mentale e sociale, per quanto mossa da un benevolo spirito e il frutto è corruzione: infatti molte religioni hanno fatto della povertà una ricca ideologia, ministri vivono nel lusso, comunità religiose sono borghesi di lusso. Se la ricchezza non fa la felicità tanto meno la povertà. Gesù specifica subito che parla di una povertà di spirito, cosa vuol dire? è la capacità di rendercene conto della nostra miseria interiore innanzitutto, è una condizione interiore di consapevolezza dei propri limiti e di conseguenza è l'impostazione migliore per una ricerca spirituale donde la ricchezza interiore di cui tanto sogna, una ricchezza che non può essere derubata e tanto meno perire. Ma...  ATTENZIONE: questa ricchezza interiore fa sì che molti finti poveri in spirito inizino a credersi privilegiati, hanno capito con la testa qual è la via ma non l'hanno percorsa, sanno di essere poveri interiormente ma non vivono quella miseria, allora si credono umili anzi persino si sentono ORGOGLIOSI di essere umili, soddisfatti della propria spiritualità. Quanti di questi umili non fanno altro che attirare su di sè l'attenzione? Il povero di Spirito non cerca complimenti, non distribuisce selfies perchè non è protagonista, non si mette in mostra, è riservato, discreto, spesso scompare come Dio, sembra che non ci fosse, non cerca fun o ammiratori. Nei suoi discorsi non cerca approvazione e qualora venga contraddetto non discute per avere o meno ragione. Dunque, se da una parte alcuni fanno della povertà una ricca ideologia per riempirsi materialmente di beni, altri invece fanno della povertà spirituale una tomba per la loro pseudo illuminazione perchè orgogliosi e superbi presumono umiltà e santità e sapienza. Il vero povero di spirito non solo sa ma vive quel indigenza e non può fare nulla, tanto meno pretese o illusioni per quanto buone o spirituali. 

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