La Strage degli Innocenti per Colpa di Dio

Solo per salvare tuo figlio
non hai avvertito i figli degli altri
in modo che anche loro potessero scapare e fuggire...
che padre sei?



PER SALVARE UNO MORIRONO TUTTI
Molti parlano di questo brano evangelico focalizzandosi su diversi aspetti: teologico, spirituale, geografico, storico, sociale, politico... ma sull'aspetto morale ed umano a mala pena ci si sofferma, perchè qui sarebbe quasi da imprecare contro quel Dio che sapendo tutto come va a finire, informa i Magi di scappare, avvisa tempestivamente Giuseppe e lo consiglia di fuggire in Egitto e mette in salvo il bambino Gesù, ma lascia che muoiano decine di bambini per mano del folle Erode. Salva uno (il suo figlio) sacrificando gli altri e poi? che vanto dire che Gesù mori per tutti i peccatori? era il suo Karma di ritorno da pagare, doveva morire al posto di tutti quelli innocenti e non peccatori, che sono stati il prezzo (o meglio la multa costretta) da pagare per il suo nascondiglio. 
Il passo evoca un altro episodio, dell’Antico Testamento quando il Faraone aveva ordinato di uccidere tutti i neonati degli ebrei, ma Mosè, che poi avrebbe liberato il suo popolo, si salvò in maniera miracolosa. Questo evento ha tanto di archetipo, di cliché, di paradigma esplicativo per circondare l'eletto di prove da superare. 
E la chiesa poi celebra questi bambini come martiri, ma a cosa serve questa celebrazione? la solita medaglia di guerra data ai parenti per abbonirli ed ingannare il loro dolore con un falsa importanza sociale? 


ERODE IL GRANDE
Chiamato Erode il Grande, ma di grande aveva la sua crudeltà, non solo per aver escogitato il piano della strage degli innocenti, come ci narrano i vangeli, ma il gesto criminale di Erode è dettato dalla sua egoistica difesa del trono che aveva già eseguito altre volte per eliminare chiunque mettesse in pericolo il suo trono. Egli fece uccidere tre mogli, una suocera, tre cognati e alcuni figli (tra cui Aristobulo). Pare fosse il 13 marzo del 4 a. E. V., perché Giuseppe Flavio parla di una eclissi lunare in quella notte (Epifania?). Erode fece poi convocare a Gerico i più ragguardevoli cittadini della Giudea, li fece rinchiudere ippodromo e ordinò alla sorella Salomè che fossero uccisi alla sua morte perché vi fosse del pianto nella Giudea e si pensasse che alcuni piangevano Erode il Grande. In una crisi di dolore tentò di uccidersi. Il figlio Antipatro, saputolo, insistette per essere liberato dal carcere in cui il padre lo aveva rinchiuso. A sua volta, Erode lo fece uccidere. 
 Augusto, ricevuta la notizia della strage, disse scherzosamente: "È meglio essere il maiale di Erode piuttosto che uno dei suoi figli", poiché Erode, essendo giudaizzato, non poteva mangiare carne di maiale, ma non esitava però ad uccidere i propri figli. 
Ma cosa dicono le fonti storiche?


COME DICONO I PROFETI ... 
Man mano che leggiamo i vangeli troviamo sempre i continui riferimenti ai profeti, lo scopo è ben preciso e si vede chiaro: affermare che Gesù era il profeta promesso, il messia, ovvio che è facile forzare le scritture e rileggerle alla luce tardiva di un qualcosa ormai avvenuto: 
"Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia:
Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande;
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata, perché non sono più" (Mt 2,17-18)
Matteo, di fronte a questa carneficina, vi applica il lamento di Geremia posto in bocca a Rachele, la cui tomba si trovava a Rama, circa otto km a nord di Gerusalemme: quasi che, sollevandosi dalla sua tomba, Rachele emetta lamenti per i suoi figli avuti da Beniamino e condotti in prigionia da Nabucodonosor. 
Ma fu davvero una carneficina? Si stima che Betlemme avesse allora circa mille abitanti con circa trenta nascite annuali. Due anni danno circa 60 nascite, per cui – non contando le femmine e i molti morti nel biennio – si ottiene una stima che non poteva essere superiore ai venti bimbi. 


FUGA IN EGITTO
L’Egitto distava una settimana di cammino da Betlemme.  In Egitto si trovavano diversi ebrei, riuniti in colonie. L’Egitto era dunque il luogo ideale per fuggire dai pericoli incombenti sulla Palestina. Sono stati diversi a farlo: Salomone, Uria, Adad, Giacobbe. 
Dove si fugge? Si va in Egitto, il paese che aveva reso schiavi gli ebrei un tempo. Quante volte nella vita non ci capita di tornare a familiarizzare con persone, luoghi, cose, pratiche che una volta ci erano state ostili? Ma una volta che siamo nati nello Spirito questa terra ostile ci diventa familiare, ospitale, vantaggiosa. 

GESÙ NON E' NATO NELL'ANNO ZERO
Il Vangelo di Matteo sostiene, infatti, che Gesù nacque prima della morte di Erode il Grande, avvenuta nel 4 a.C., mentre il Vangelo di Luca sostiene che Gesù nacque nell'anno del censimento di Quirinio, cioè nel 6 d.C. Qui ci troviamo in un qui pro quo difficile da risolvere. La questione della progressiva regressione dell'equinozio di primavera dovuta all'imprecisione del calendario giuliano era nota e dibattuta. Il calendario giuliano è un calendario solare, cioè basato sul ciclo delle stagioni. Fu elaborato dall'astronomo egizio Sosigene di Alessandria e promulgato da Giulio Cesare (da cui prende il nome), nella sua qualità di pontefice massimo, nell'anno 46 a.C. Nell'anno 1582, il 21 marzo, giorno convenzionale per l'equinozio, stabilito dal Concilio di Nicea quale base per il calcolo della Pasqua, arrivava quando il reale equinozio astronomico era ormai già passato da dieci giorni. Papa Gregorio XIII si rese conto che la Pasqua, di quel passo, avrebbe finito per essere celebrata in estate. Decise quindi che era giunto il momento di affrontare la questione. Per sistemare il calendario gregoriano furono usate le misurazioni dell'astronomo Niccolò Copernico, il quale era riuscito a calcolare, con notevole accuratezza, sia l'anno tropico, sia l'anno siderale.
Fu Dionigi il Piccolo, monaco orientale vissuto tra il V e il VI secolo, a porre la nascita di Gesù nell'anno 1 d.C. Nemmeno nell'anno zero, perchè all’epoca di Dionigi in Europa non si conosceva ancora il concetto di numero zero, che fu “elaborato” in Oriente e venne portato in Europa da Leonardo Fibonacci nel 1202.

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